Uscendo dalla città vi aspettano quasi 600 kmq. di campagna, nella quale
incontrerete vegetazione lussureggiante, spiagge vergini, villaggi
tradizionali, gente semplice ma anche zone intensamente turistiche con
alberghi di lusso, ristoranti, piccole taverne e bar per ogni esigenza.
Nel vostro vagabondaggio vi capiterà di perdervi nell’intrico di strade,
stradine asfaltate o in terra battuta che conducono al passato, ma anche
verso il presente della vita corfiota.
Su unisola in cui la presenza delluomo è
stata continua dallantichità ad oggi, la vegetazione
non è influenzata solo dalle condizioni territoriali e
climatiche, ma anche dal fattore umano.Il clima temperato,
la bassa altitudine media, la grande umidità, la grande
piovosità e i pochi esempi rimasti di vegetazione selvatica
ci aiutano ad immaginare la flora di un tempo: boschi costieri
di pini, cedri selvatici, roveri, umidi boschi di pioppi, salici
e platani. Sulle basse pendici delle colline, fino ad unaltitudine
di 400 m, sincontra il tipico bosco mediterraneo: lecci,
querce, olivi selvatici, ma anche molti cespugli come allori,
corbezzoli, eriche, meli selvatici e altri. Più in alto,
sulle cime dei monti, boschi di rovere, i quali si conservarono
nella zona del Pantocratoras fino dagli anni della dominazione
veneziana, come dimostrato da testimonianze storiche.
Tremila anni di civiltà hanno, peró, trasformato
lisola. Nella pianura alcuni boschi sono stati bruciati
e spogliati, per coltivarne il terreno e le loro piante sono state
utilizzate per costruire intere flotte. Le colline sono state
dissodate, pendii scoscesi sono stati trasformati con chilometri
di muri a secco e coltivati. Le zone sterili e montuose sono state
trasformate in pascoli.
La coltivazione della vite e in misura minore dei cereali e del
granoturco limitò fortemente la vegetazione locale in grado,
ormai di coprire solo il fabbisogno di legna da ardere. Nel 1402,
a causa di interventi di riparazione delle fortezze, i Veneziani
furono costretti ad importare legname.
Nel 1623, per decisione del Senato veneziano, venne promossa
la piantagione dellulivo e la trasformazione dellulivo
selvatico in coltivato. Furono innestate decine di migliaia di
alberi e ancor di più furono piantati. Un secolo più
tardi il numero degli ulivi giungeva a due milioni, diventando
cosí la coltivazione dellulivo tuttuno con
la coscienza del contadino corfiota. Oggi Corfù, Paxos
e le isole Diapontie sono un infinito uliveto.
La combinazione dei diversi fattori che compongono il microclima
di Corfù ha favorito i fiori selvatici. Senza esagerare
possiamo affermare che lisola è fiorita tutte le
stagioni dellanno. Un esempio caratteristico è quello
dellorchidea spontanea, pianta difficile e particolarmente
sensibile, della quale sono state rinvenute ben 36 specie. Si
noti che l orchis Palustris è una rarissima
orchidea che a Corfù si trova solo nella zona del lago
di Corission. La vegetazione acquatica o costiera presenta abbondanza
di canne, pioppi, noci, salici, platani e tante altre che prosperano
sulle rive dei corsi dacqua.
I drammatici mutamenti della vegetazione dellisola influenzarono
anche la fauna del luogo. Fonti storiche parlano di un paradiso
per i cacciatori. Cervi, cinghiali, caprioli e uccelli lacustri
trovavano cibo e rifugio negli ombrosi boschi dellisola.
Elianos afferma che i cervi passavano nuotando lo stretto canale
settentrionale (Aghios Stefanos), giungendo qui dallEpiro.
...ai giorni nostri
Già negli anni della dominazione inglese era stato rilevato
il pericolo della scomparsa della lepre. Gli Inglesi, fanatici
cacciatori, furono costretti a limitarsi alla caccia degli uccelli
che trovavano rifugio nei laghi e nelle valli lacustri di Ropa.
Anche oggi la fauna è altrettanto limitata, peró
i forti rilievi, la peculiarità degli ulivi e le piccole,
ma non prive di importanza isole di vegetazione selvatica, proteggono
le specie che sono riuscite ad evitare la nostra invadente presenza.
Punti importanti di raccolta della fauna selvatica sono i corsi
dacqua di Corfù. Si tratta delle formazioni lacustri
della regione di Messi nel prato di Ropa, dei fiumi e dei torrenti
(Mesonghí, Ropa, Potamos, Tiflos etc.) e delle lagune
(Corission, Chalichiopulos, Aghios Stefanos, Antinioths). La fauna
di queste zone conta molte specie di piccoli mammiferi come la
donnola, la volpe, il riccio e la lontra.
Tra i molti rettili si devono ricordare le tartarughe dacqua
dolce, di cui la Mayremys Caspica è ritenuta rara. Ci sono
inoltre anche diverse specie di anfibi che vivono e si moltiplicano
in zone ricche di acqua dolce.
Per quanto riguarda la varietà di uccelli, a Corfù
sono state conteggiate più di 150 specie diverse, molte
delle quali rare, che vivono nellisola o passano da essa
durante la migrazione. Tra gli uccelli che corrono il pericolo
di estinguersi e trovano rifugio nelle zone protette di Corfù,
troviamo libis del tipo Plegadis Falcinellus, la platalea
leucorodia, il gelochelidon nilotica, lairone argentato
e il cormorano pigmeo, insieme ai cormorani, le anatre selvatiche
e i martin pescatore.