VAI SU
ALBUM FOTOGRAFICO
CONTATTI

Orario dei trasporti da e per Corfù durante il periodo carnevale.

 

Quali alberghi sono aperti in questo periodo?

 

Se volete venire a Corfù e non avete ancora organizzato la vostra vacanza, date un’occhiata alle offerte last minute. È qui che troverete le grandi occasioni!

Se state programmando una vacanza a Corfù, guardate chi può esservi d’aiuto

 

 

 

 

 

 

Con radici che si perdono nell’antica Grecia e con uno stile che tanto ricorda Venezia, il carnevale corfiota indossa costumi caratteristici della storia e della cultura corfiote: da Barbarossa e Tartufo a Don Basilio, a Catone ma anche agli odierni uomini politici dell’isola.Uomini e situazioni ripresi dall’attualità, ma anche dal passato vengono satirizzati con un umorismo travolgente e le maschere non mostrano nessuna discrezione nei confronti delle proprie “vittime”. E anche se a prima vista l’immagine dell’isola sembra essere banale e scontata, nei bar, nei “kandunia” e nei villaggi potrete conoscere la “follia” che caratterizza questo periodo dell’anno e la grandiosità del modo di far baldoria tipico delle isole Ioniche.

Le radici del Carnevale risalgono alle feste della Grecia antica in onore del Dio del vino, Dioniso (Bacco) che si tenevano all’inizio della primavera per invocare un buon raccolto e un buon andamento dell’allevamento. I festeggiamenti del Carnevale si estesero con il passare del tempo e qui a Corfù furono introdotti personaggi veneziani, come i “dotori” (dottori), i “nodari” (notai), i “muzeta” (musetti) e l’usanza di colorarsi la faccia con la cenere del caminetto.

Le idee, i lavori e in genere tutta la preparazione del carro che verrà presentato da ciascun gruppo, iniziano un anno prima con banchetti nelle taverne e nelle case. È qui che si propongono le idee più folli e quella, che viene approvata, viene custodita segreta fino al giorno della prima apparizione per le vie della città. I festeggiamenti iniziano la Prima Domenica, la Domenica del Figliol Prodigo con una sfilata di prova del Carnevale per le vie della città, per attuare un controllo dei carri, sentire le prime risate ed entrare nello spirito tipico del periodo.

 

USI

Tsichnopempti (giovedi grasso)

Tsichnopempti (giovedì grasso) Come nel resto del paese, il giorno o meglio la notte del Tsichnopempti è d’obbligo mangiare carne a volontà poiché seguiranno i 40 giorni della Quaresima fino a Pasqua. Le case e le trattorie si riempiono di compagnie che mangiano, bevono e cantano

I “Korfiatica petegoletsia” o “petegolia” o pettegolezzi ritornano nel centro della città vecchia l’ultimo giovedì di Carnevale. Si tratta di una tradizione molto antica, di un teatro di strada in cui dalle finestre dei “cadunia”, si affacciano le signore a spettegolare sugli avvenimenti corfioti, in puro dialetto locale. La tradizione comprende cantate e mandolinate.

La sfilata di Carnevale

Il Carnevale culmina nella sfilata del “Sior Carnevale”, quella principale che si tiene la terza e ultima domenica. Il “Sior Carnevale”è il responsabile di tutto il male che è accaduto in loco durante l’ultimo anno. Viene processato e condannato a bruciare perché insieme a lui brucino tutti i mali. Così al termine della sfilata il “Sior Carnevale” viene bruciato, viene data lettura del suo testamento e inizia la baldoria con balli e canti.

La Danza dei Sacerdoti

A Episkepsi la Domenica del Tirofagu (ultima domenica di Carnevale) sulla piazza di Aghio Vassilio si rinnova ogni anno una tradizione singolare, il ‘Choro ton Papadon” (la danza dei sacerdoti). Il pope apre le danze cantando “Doxa na ...”(Gloria a...) e tutti gli uomini lo seguono in ordine d’età e seconda della posizione che rivestono nel villaggio. La danza viene eseguita senza strumenti musicali, il sacerdote recita il primo verso e gli altri danzatori lo ripetono. Alla fine, arrivano le anziane con degli strumenti, che suonano e cominciano a ballare la danza circolare tipica di Corfù. Questo costume si ritrova anche in altri villaggi della regione, ma non in altre parti della Grecia. Karolo Klimis nel suo “Usi e Costumi della popolazione corfiota”, parla di questa danza come di un rito baccanale, che risale al 500 a.C. circa.

Matrimonio Sacro

A Klimatià, a Chlomo, a Marathià, a Kritikà, a Iannades e da altre parti hanno un “Ieros Gamos” (Sacro matrimonio). Questo “matrimonio carnevalesco”, come era chiamato fino al 1960, veniva celebrato nella maggior parte dei villaggi di Corfù. Con il trascorrere del tempo in alcuni di essi l’uso si è spento e ne rimane soltanto il ricordo, mentre, per fortuna, in alcuni altri perdura fino ad oggi. Si tiene la domenica del Tiro-fagu o “Tirinì” ed ha inizio la mattina quando gli uomini del villaggio si raccolgono in una casa per vestire lo sposo. In un altro rione le donne abbigliano la sposa. Il fatto che anche la sposa sia un uomo e per di più baffuto è probabilmente dovuto alla mentalità tipica della società patriarcale nella quale era vietato alle donne prender parte ai riti della comunità. Alla cerimonia del matrimonio partecipa anche un demonio sotto le spoglie di satiro che cerca di rovinare il matrimonio. Per tutta la durata del rito gli abitanti del villaggio si scambiano ininterrottamente scurrilità, prenden-dosi reciprocamente in giro

 
STAMPA MANDA QUESTA PAGINA AD UN AMICO
 

 

© Copyright
All rights reserved